La famiglia Costaguti

Vincenzo e Paolo del fu Pirro II, fratelli Baglioni, con Instrumento Fonthia e Raynaldi del 7 aprile 1642 (archivio di Stato di Roma) e con Chirografo del Papa Urbano VIII del 5 aprile dello stesso anno, vendettero i 5/6 della Rocca del Vecce a Prospero Costaguti del fu Ascanio, patrizio genovese e cittadino romano, dicendo nell’atto che il 1/6 rimanente spettava a Francesco e Lorenzo Chigi, fratelli.
I Chigi, originari di Siena e stabilitisi a Viterbo, ereditarono nell’anno 1636 anche il Marchesato di Montoro di Narni e nel 1726 presero il nome di Patrizi Montoro.

I Baglioni avevano venduto il Castello di Rocca del Vecce ed il suo feudo per i grossi debiti di cui si era caricata tutta la famiglia Baglioni.

Vincenzo e Paolo, infatti, non potendo trovare la somma di denaro per il riscatto di detto feudo, giacchè questo rientrava nel pignoramento generale fatto ai loro possedimenti da certi Ebrei, trattarono la vendita con il Marchese Prospero Costaguti, col patto però che col prezzo, fossero insieme acquistati a favore del Marchese “…omnia iura, hypotecas, cautiones et cauthelas…”.

Per gli stessi motivi d’indebitamento, i Baglioni avevano venduto anche il Castello di Sipicciano al Principe Barberini e ciò è confermato nell’Instrumento del 2 agosto 1632 a favore di detto Principe e per il prezzo di 60000 scudi “…cum omnibus hypotechis…”.

Nell’anno 1644, Prospero Costaguti, due anni dopo l’acquisto del Castello di Rocca del Vecce, compera dal Principe Barberini tutto il Feudo di Sipicciano ed il rispettivo Castello per 90000 scudi, con rogito del 19 dicembre 1644.

Il Costaguti, così, con l’acquisto del Feudo di Rocca del Vecce prima e successivamente di quello di Sipicciano, assume la nomina di Marchese di Rocca del Vecce e Sipicciano.

Soltanto per il lettore aggiungiamo che i Marchesi Costaguti hanno mantenuto il possesso su Sipicciano per più di due secoli, cioè fino al 1879, quando con Instrumento del 29 settembre di quell’anno, il Marchese Ascanio lo vendette al Conte Vannicelli – Casoni.

Nell’anno 1685, con Chirografo del Papa Innocenzo XI (archivio di stato) del 22 settembre, quel 1/6 rimanente fu venduto dal Marchese Lorenzo Chigi Montoro al Marchese Giovanni Giorgio Costaguti.


Cardinale Vincenzo Costaguti

Esponente della famiglia ligure dei Costaguti o Costaguta, figlio di Prospero Costaguti (Marchese di Sipicciano e Rocca Elvezia) e della prima moglie Paola Costa; già il padre Prospero ricoprì diversi incarichi istituzionali e governativi a Roma quali senatore, agente diplomatico per la Repubblica di Genova e governatore della Confraternita di San Giovanni de' Genovesi. La sua famiglia fu inoltre investita, nel 1645 da Papa Innocenzo X, del titolo di marchesi di Spicciano in Toscana e signori di Roccalvecce presso Viterbo; proprio al futuro cardinale Vincenzo Costaguti si deve il restauro della locale chiesa parrocchiale presso il castello di Roccalvecce. Dalla cittadella tigullina di Chiavari, dove fu dottore in diritto civile e canonico, si trasferì a Roma dove venne elevato da Papa Urbano VIII al rango di cardinale nel concistoro del 13 luglio 1643: ottenne la diaconia di S.Maria in Portico Octaviae (31 agosto); ricoprì in seguito la carica di segretario della Camera Apostolica. Partecipò al conclave del 1644, che elesse Papa Innocenzo X, durante il cui pontificato fu nominato protonotario apostolico. Fu cardinale Legato a Urbino dal 1648 al 1651. Nel 1648 si adoperò per la costruzione di Villa Bell'Aspetto, presso Nettuno, conosciuta oggi come Villa Borghese o Villa Costaguti.

Fu poi nominato cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria (23 settembre 1652) e poi di Santa Maria in Cosmedin (21 luglio 1653). Partecipò al conclave del 1655, che elesse Papa Alessandro VII. Le fonti storiche ricordano l'incontro, avvenuto a Roma nel dicembre del 1655, con la regina Cristina di Svezia, in cui instaurò profondi colloqui su materie storiche, matematiche e musicali a lui ben conosciute.

Fu nominato cardinale diacono di Sant'Eustachio (6 marzo 1656) e ottenne infine il titolo cardinalizio di S.Callisto (19 luglio 1660).

Morì a Roma il 6 dicembre 1660. Fu sepolto nella cappella di famiglia della chiesa di S.Carlo ai Catinari.


Cardinale Giovanni Battista Costaguti

proveniva da una illustre famiglia genovese, il padre Prospero era marchese di Sipicciano e di Rocca Elvezia, e suo fratellastro Vincenzo, figlio di primo letto del marchese, divenne cardinale nel 1643.

Fu prima chierico della Camera Apostolica, quindi nel 1669 fu presidente della Zecca e dell'Annona. In seguito fu decano della Camera Apostolica.

Fu creato cardinale-presbitero nel concistoro del 13 febbraio 1690 ed il successivo 10 aprile ricevette la berretta cardinalizia ed il titolo di San Bernardo alle terme Diocleziane.

Partecipò al conclave del 1691, che elesse Papa Innocenzo XII; il 12 novembre 1691 optò per il titolo di Sant'Anastasia e partecipò al conclave del 1700, che elesse Papa Clemente XI.

Morì a Roma l'8 marzo 1704 e fu sepolto nella chiesa di S.Carlo ai Catinari, nella cappella che si era fatto costruire.