Cap. Mario Viola

Mario Viola, il viterbese eroe dei cieli che fece parte della storia dei mitici idrovolanti italiani. 

Gli anni Trenta del Novecento misero al centro delle società di allora tanti miti. 

Tra questi anche quello ardito della conquista del cielo, della velocità dei trasporti e della possibilità di raggiungere ogni parte del mondo volando.

L’Italia ebbe il suo simbolo in tutto questo in Italo Balbo. Quel Balbo che diede il via alle “crociere” sull’Atlantico, unendo con l’impresa eroica dei suoi argonauti Orbetello a New York. 

La storia grande degli idrovolanti italiani è stata scritta anche dal viterbese Mario Viola. 

Nato a Roccalvecce e caduto in mare, anzi nell’Oceano, il 2 febbraio del 1938. Il sedicesimo dell’era fascista, come si diceva allora.

A ricordarlo c’è una targa nella piazza centrale di Roccalvecce: “Qui, nella serenità dei campi, si educò all’ardimento lo spirito di Mario Viola, capitano dell’Aviazione, ala infranta nella sfida agli spazi atlantici. Affidata la sua spoglia al mare, divenuto sepolcro, l’anima ritornava nei cieli…”.

Viola era il comandante della squadriglia acrobatica del I stormo CT. Decollato da Natal alle h. 5,10 del 2 febbraio 1938, l’I-LAMA che ha a bordo i 4 uomini dell’equipaggio e per passeggero il capitano pilota Mario Viola verso le ore 12 è vittima, in pieno Atlantico, di una avaria al motore sinistro seguita poco prima delle 15 da grave incendio.

Il pilota ammara, si rifugia con tutto l’equipaggio sull’ala indenne ma è subito coinvolto nell’esplosione del velivolo: riesce, nuotando sott’acqua, a sottrarsi alle fiamme e a raggiungere un relitto. 

Dopo un’ora e 35 minuti viene recuperato, unico superstite, da un idrovolante tedesco Do.18 della Lufthansa che, peraltro, non potendo ridecollare per le pessime condizioni del mare è costretto ad attendere l’arrivo della base galleggiante Schwabenland da cui era partito.


Aerei che sfrecciano nei cieli, compiendo voli pindarici, dalle coreografie aeree più emozionanti. 

Si è concluso il giro d'Italia della squadriglia acrobatica delle Frecce Tricolori, con tappe speciali da Codogno a Loreto con al seguito, un folto ed entusiasta pubblico col naso all’insù! 

Anche il nostro territorio  in un altro momento storico  ha accolto il suo "diavolo volante". 

Si tratta del Tenente Mario Viola, formatosi nella Tuscia, e precisamente a Roccalvecce. 

Questa vicenda ci ha fortemente appassionato, e abbiamo cercato di ricostruirne le tappe storiche oltre che valoriali del pilota Viola, che si è fortemente distinto in molte missioni militari.

 Arruolato volontario nella Regia Accademia Aeronautica con la firma di anni sei, a decorrere dal 19 ottobre 1927. Ha concorso alla leva con la classe 1909. Aspirante ufficiale a decorrere dal 1 ottobre 1929; nominato pilota militare su apparecchio Ba 9 Bis. 

Sottotenente in servizio effettivo dell'arma aeronautica ruolo combattente con anzianità di grado, dal 1 ottobre 1929. Come si può chiaramente leggere dai documenti dell'archivio storico dell'Aeronautica Militare.

Assegnato lo stipendio di Lire 14.400, a decorrere dal 16 gennaio del 1936. Invito in missione speciale oltremare il 27 gennaio 1937. 

Rientrato dalla missione oltremare il 15 luglio 1937. Riassegnato al primo stormo G.T. Morto per incidente di volo nel 1938.

Nei mesi di aprile, maggio e giugno del 1935, affluisce al 4° Stormo come personale richiamato per le operazioni in Africa Orientale. 

Piloti e professionisti terminato l'addestramento andranno a formare la 41^ Squadriglia O.A. 

Partecipò a numerose manifestazioni aeree, suscitando ovunque entusiasmo e ammirazione. 

Decorato con medaglia d'argento al valor militare. 

Si distinse per abilità e per l'indomita audacia in numerosi combattimenti meritandosi altri compensi al valor militare.

Il Tenente Mario Viola era stato assegnato al 4° Stormo Gorizia Caccia Terrestre, costituito il 10 ottobre 1931. 

Fu encomiato come "abilissimo pilota quale gregario di una squadriglia di alta acrobazia". 

In Spagna, intanto, la guerra civile prendeva il sopravvento, e il governo di Franco, trovatosi senza aviazione, ottiene il supporto militare dell'Italia, la quale invia non solo velivoli da caccia, ma anche piloti esperti che chiedono di partire su base volontaria. 

Decorato della "CRUZ DE GUERRA SPAGNOLA" per le operazioni militari, con brevetto concesso dal Generale Franco. 

Decorato con medaglia d'Oro al valore aeronautico come gregario di una squadriglia di alta acrobazia in Italia e all'estero.  

Mario Viola perse la vita a soli 30 anni, il 2 febbraio 1938 a seguito dell'incidente in Atlantico con il resto dell'equipaggio, dove si trovava a bordo come passeggero.